• RISULTATI ELEZIONI POLITICHE 2022 NEL COMUNE DI CASTELFRANCO VENETO

    I dati sono stati reperiti, e successivamente elaborati, dal sito del Comune al seguente indirizzo

     

    SENATO

    TABELLA SINTETICA

    TABELLA ANALITICA SENATO:  TUTTE LE SEZIONI DI CASTELFRANCO VENETO

     

    CAMERA DEI DEPUTATI

    TABELLA SINTETICA

     

    TABELLA ANALITICA CAMERA DEI DEPUTATI:  TUTTE LE SEZIONI DI CASTELFRANCO VENETO

     

    CONFRONTO FRA LE 15 SEZIONI DEL CENTRO E LE RESTANTI SEZIONI DELLE FRAZIONI

     

    SINTESI

    Elettori: 25.952 | Votanti: 18.309 (70,55%)

    PD 3133 voti alla Camera + 192 a Zorzi = 3325, pari al 18,17% dei voti.   Renzi-Calenda 1719.

    Nel 2018 PD 3362 (e non c’era lista Renzi-Calenda, il 1° compreso nel PD).

     

     

     

     

  • ELEZIONI POLITICHE 25 SETTEMBRE 2022

  • I CANDIDATI PER LA CASTELLANA

     

    CAMERA DEI DEPUTATI:

    • Collegio Uninominale Veneto 1_04 (Castelfranco Veneto):

              GIOVANNI ZORZI                             (Facebook)

               IL PROGRAMMA DI GIOVANNI ZORZI: LAVORO, SICUREZZA, DIGNITA’

                  ZORZI SOTTOSCRIVE IL DOCUMENTO “GARANTIRE LA SANITA’ PUBBLICA PER TUTTI”

                INCONTRI CON LE FRAZIONI E  I QUARTIERI DI CASTELFRANCO

                GRAZIE A TUTTI PER L’ECCEZIONALE IMPEGNO CON CUI MI AVETE ACCOMPAGNATO IN QUESTA CAMPAGNA ELETTORALE

     

    • Collegio Plurinominale Veneto 1_01 (Venezia, Treviso, Belluno):

              RACHELE SCARPA                          (Facebook)

              PIERO FASSINO                               (Facebook)

              MARIA TERESA MENOTTO           (Facebook)

              ROGER DE MENECH                        (Facebook)

     

     

    SENATO DELLA REPUBBLICA:

    • Collegio Uninominale Veneto 02 (Treviso, Belluno):

              PAOLO GALEANO                            (Facebook)

     

    • Collegio Plurinominale Veneto 1 (Venezia, Treviso, Belluno, Rovigo):

              ANDREA MARTELLA                    (Facebook)

              ANNA SOZZA                                  (Facebook)

              RADAMES FAVERO                      (Facebook)

              VANIA MALACARNE                    (Facebook)

     

  • PROGRAMMA ELETTORALE DEL PD

    Il 13 Agosto  la Direzione Nazionale del Partito ha approvato all’unanimità il Programma elettorale per le elezioni politiche del 25 Settembre.

    Chi desidera approfondire la conoscenza può leggere il seguente DOCUMENTO, i cui punti fondamentali sono:

    • Più forte, più giusta: L’Italia                           pag.1
    • Più lavoro e più qualità del lavoro                 pag.4
    • Più Europa e più politica in Europa              pag.12
    • Prendersi cura delle persone                          pag. 28
    • Più cultura, scuola e Università al Centro    pag, 34

     

    IL PROGRAMMA del PD in un minuto e mezzo      #video       #25settembre      #scegli

     

  • COME SI VOTA – SCHEDE ELETTORALI PER IL SENATO E LA CAMERA DEI DEPUTATI

  • INIZIATIVE, MANIFESTAZIONI E APPUNTAMENTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DEL 25 SETTEMBRE

      • GAZEBO  in piazza Giorgione tutti i sabati e le domeniche dalle 9.00 alle 19.00 e nell’angolo est di piazza Giorgione i prossimi martedì e venerdì dalle 9.00 alle 12.00.

     

      • RIUNIONI DI QUARTIERE:     INCONTRIAMOCI
      • Casetta Rossa, via Verdi – mercoledì 14 settembre, ore 20:45
      • Centro Don Bordignon, via Bassano – lunedì 19 settembre, ore 18:30 in compagnia di Piero Fassino
      • Casa del Quartiere di Borgo Padova, via Manzoni – mercoledì 21 settembre, ore 20:45

     

      • CHIUSURA CAMPAGNA ELETTORALE: Venerdì 23 settembre, ore 18:30  Piazza Giorgione

     

      • CENA  ELETTORALE GIOVEDI 8 settembre, ore 19.30.   BIADENE DI MONTEBELLUNA, a Ca’ Bolani presso Rete Orchidea, Via XVIII Giugno n. 41.  Costo: € 35,00 a persona, con riduzione per i bambini.  (vedi locandina)

     

    • INIZIO CAMPAGNA ELETTORALE DI GIOVANNI ZORZI 31 AGOSTO.  Appuntamento ore 21:15 sul canale 14 e in diretta streaming negli studi di rete veneta, ospite del direttore Luigi Bacialli nella trasmissione #Focus.
  • GARANTIRE LA SANITA’ PUBBLICA A TUTTI: IMPEGNO DEI CANDIDATI DEL PD ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 25 SETTEMBRE

    Premesso che:

    – L’Art. 32 della Costituzione sancisce che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”.

    Tale principio ha trovato piena attuazione nel 1978 con l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, riforma promossa ed attuata dall’allora Ministro della Sanità Tina Anselmi, prima donna Ministro in Italia, partigiana e veneta. In questi giorni abbiamo assistito ad un pesante oltraggio alla sua figura e alla sua memoria attraverso l’imbrattamento con una svastica di una targa a lei dedicata nella città di Torino.

    Al fine di onorare concretamente il suo enorme lascito morale, si ritiene opportuno promuovere tra i candidati in Veneto (terra di origine di Tina Anselmi cui è rimasta fortemente legata tutta la vita) un impegno specifico per portare avanti il suo operato in relazione al Servizio Sanitario Nazionale (la legge 833/78 che ha istituito il SSN è considerata la più importante riforma della storia della Repubblica Italiana).

    – La recente pandemia legata al Covid ha inequivocabilmente confermato la fondamentale importanza di un Servizio Sanitario Pubblico universalmente accessibile e ben funzionante. Tuttavia in questo momento il SSN è in una fase critica per la sua sostenibilità futura a causa dei problemi legati al suo finanziamento ed alla carenza di professionisti sanitari. Queste difficoltà stanno spalancando le porte ad una irreversibile deriva privatistica del sistema che è necessario urgentemente impedire;

    – Il programma presentato dal Partito Democratico esplicita in modo chiaro che il SSN è un bene pubblico fondamentale da tutelare ed entra nel merito di specifiche azioni ed iniziative finalizzate a valorizzarlo.

    Tutto ciò premesso, i sottoscritti candidati del Partito Democratico in Veneto, qualora eletti nel prossimo Parlamento, si impegnano a:

     

    ZORZI SOTTOSCRIVE IL DOCUMENTO “GARANTIRE LA SANITA’ PUBBLICA PER TUTTI”

    Ho sottoscritto con grande convinzione il documento “Garantire la sanità pubblica a tutti” redatto dal Gruppo Sanità e Sociale del Partito Democratico Veneto, coordinato da Claudio Beltramello.
    ➡ L’emergenza sanitaria che abbiamo vissuto con la pandemia ha dimostrato quanto sia necessario affermare il principio dell’interesse pubblico nella tutela della salute.
    ⚠️ Tra tagli ai servizi, carenza di medici e boom della sanità privata, nel nostro territorio, a #Castelfranco, a #Montebelluna, come nel resto della provincia, stiamo correndo il rischio di uscire dalla pandemia con un sanità pubblica fortemente indebolita.
    🔄 Va invertita subito la rotta con nuovi investimenti in personale, strutture e servizi sul territorio, sfruttando al meglio anche le opportunità del #PNRR, a cominciare dalle Case di Comunità.
    ‼ La salute è un bene comune, tra i più preziosi, e rivendichiamo la necessità che la sanità, ossia il sistema che deve garantire questo bene a tutti, resti saldamente nelle mani pubbliche per essere all’altezza dei vecchi e nuovi bisogni delle nostre comunità.

     

  • SCEGLI

  • LA CAMPAGNA ELETTORALE PIU’ IMPORTANTE DEGLI ULTIMI ANNI

  • LA LEGGE ELETTORALE: alcuni utili chiarimenti

    Cosa significa collegio elettorale?

    E’ una porzione di territorio che racchiude più comuni (o più quartieri nelle città più popolose) confinanti. E’ la base su cui la legge agisce per ridurre milioni di voti e ‘trasformarli’ in 400 deputati e 200 senatori.

    Collegio uninominale – In questo tipo di collegi si presentano singoli candidati, uno contro l’altro. E’ sempre associato al concetto di elezione maggioritaria, ovvero il più votato tra i singoli candidati risulta eletto.

    Collegio plurinominale – In questo tipo di collegi si presentano liste di candidati, ed è associato (semplificando) al concetto di elezione proporzionale, ovvero gli eletti delle singole liste vengono scelti in proporzione ai voti ricevuti.

    Es. nel collegio plurinominale X si presentano tre partiti (A, B e C). Bisogna eleggere in questo collegio 10 deputati. Ognuno dei tre partiti presenta un listino di 10 nomi. Se A prende il 50% dei voti otterrà il 50% dei seggi, ovvero 5 eletti. Se B prende il 30%, avrà 3 eletti, e C con il 20% i restanti 2.

     

    La scheda elettorale

    L’Italia viene divisa in 147 zone (chiamati collegi). Uno di questi collegi – per fare un esempio concreto –  è la città di Bologna. Nel collegio di Bologna ci sarà un numero ancora non definito di candidati. Qui di seguito vedete com’era una scheda elettorale nel 2018, quando i candidati erano 11. I candidati, indicati con nome e cognome nella parte alta di ogni riquadro, saranno associati ai partiti che li sostengono.

     

    I cittadini di Bologna che andranno a votare dovranno scegliere il candidato e lo potranno fare o mettendo una croce sul nome che scelgono oppure sul simbolo di una delle liste. Agli effetti della scelta del candidato, barrare il nome in alto o il simbolo è identico.

    Sulla scheda come vedete ci sono però anche altri nomi. Quelli sono i candidati del cosiddetto “listino bloccato”: cosa succede loro lo vedremo dopo.

     

    Chi viene eletto? Chi prende più voti

    Viene eletto il candidato che in questo collegio (la città di Bologna) ottiene più voti. Basta anche un voto in più degli avversari per essere eletto deputato. Nel 2018 i circa 145mila elettori che sono andati a votare avevano eletto De Maria con 54mila voti, quattordicimila in più di Scarano.

    De Maria è stato eletto con il 37.2% dei consensi ma sarebbe bastata qualsiasi percentuale, purché fosse più alta di quella dei suoi avversari.

    Questo è il sistema maggioritario. La parola “maggioritario” l’avrete sentita spesso associata al termine “uninominale”, perché vanno a braccetto: uninominale vuol dire che ogni partito o ogni coalizione presentano un solo nome, come in questo caso. E vince solo uno (quello che ha la maggioranza relativa).

    Questo è il primo motivo per cui esistono le coalizioni: per mettere insieme i voti di più partiti dietro a un singolo candidato.

    Si elegge così un deputato ( metodo maggioritario ) per ognuna delle 147 zone in cui è divisa l’Italia. Cosa succede per i restanti 253 per arrivare ai 400 deputati da eleggere? Otto sono eletti all’estero ma per ora possiamo lasciarli da parte. Restano quindi 245 deputati da eleggere.

     

    Come si eleggono due terzi dei deputati

    Qui entra in gioco l’altra parola chiave delle elezioni: proporzionale. Vediamo come.

    La prima cosa da fare a questo punto è sommare tutti i voti di tutti i partiti in tutta Italia. Nel 2018 la ‘classifica’ appariva così:

    Movimento 5 Stelle: 10.697.994 voti

    Partito Democratico: 6.134.727 voti

    Lega: 5.691.921 voti

    e così via.

    In percentuale: i 10.697.994 di voti del M5s erano pari al 32,7% di tutti voti. Il Partito Democratico aveva ricevuto il 18,7% e i voti della Lega corrispondevano al 17,4%.

    “Proporzionale”, l’avrete capito, è autoesplicativo: i 245 deputati restanti vengono eletti in proporzione ai voti ricevuti dai singoli partiti.

    Con alcune semplificazioni,  date queste percentuali 80 deputati andrebbero al M5s, 45 al Pd e 42 alla Lega.

     

    Dal voto al nazionale, dal nazionale al territorio

    Non è finita qui, perché ovviamente vanno scelti i singoli deputati: chi sono quei 45 che si attribuiscono al Pd? Con un complicato sistema di ripartizione territoriale, si torna sul territorio, anche se a un livello superiore a quello delle 147 zone iniziali.

    Il territorio nazionale a questo scopo è diviso in zone più ampie dei collegi uninominali, che in molti casi corrispondono a intere regioni – quelle con meno abitanti, dalla Calabria in giù – in altre accorpano solo due o più collegi. Anche questi – in quanto ‘parti del territorio’ – si chiamano collegi, ma sono plurinominali.

    Come potete immaginare, se “uninominale” vuol dire che si presenta un solo candidato, “plurinominale” vuol dire che si presentano più candidati. E qui torniamo agli altri nomi presenti – accanto al simbolo dei partiti – sulla scheda elettorale. Il cosiddetto listino bloccato.

    Il calcolo complicato di cui sopra arriva a definire in quali collegi plurinominali i 45 deputati del Pd devono essere eletti. Ad esempio: 3 nel collegio che include Bologna, 1 a Milano e zero in Sicilia. La distribuzione è difficile, piena di controlli e correttivi, ma il totale deve fare 22 e rappresentare la distribuzione dei voti nazionali dei partiti.

     

    Legge elettorale: cos’è il listino bloccato e come funziona

    Ultimo passaggio. Per scegliere i 3 deputati eletti a Bologna a questo punto si va a guardare la lista dei nomi e si prendono i primi 3. L’ordine del listino definisce l’ordine di elezione: per questo si dice “bloccato”. L’alternativa – che la legge elettorale non prevede – è quella delle preferenze: quando ci sono le preferenze, l’ordine è stabilito dal numero di quelle ricevute, come nelle elezioni comunali.

    A questo punto abbiamo anche gli altri 245 deputati eletti, che si sommano ai 147 uninominali e agli 8 eletti all’estero. E la nuova Camera è pronta per essere convocata.

    Al Senato il meccanismo è molto simile, con numeri dimezzati: 74 senatori eletti nei collegi uninominali122 nei collegi plurinominali 4 all’estero. In più, al Senato la distribuzione dei seggi non avviene a livello nazionale, perché la Costituzione prevede che il Senato sia eletto su base regionale.

    Quindi: Camera e Senato sono eletti con una legge elettorale simile, in parte maggioritaria-uninominale (un terzo) e in parte proporzionale-plurinominale (due terzi). L’elettore ha però un solo voto, con cui contribuisce a definire le parti. 

     

     

    Legge elettorale: le soglie di sbarramento

    Aggiungiamo un’ultima cosa, di cui non abbiamo parlato finora: le soglie di sbarramento. Per ottenere dei seggi, i partiti devono superare un certo numero di voti minimi, altrimenti avranno zero posti in Parlamento.

    Un partito deve avere almeno il 3% dei voti oppure presentarsi in una coalizione di partiti che ottengono insieme il 10%, con delle eccezioni per i partiti forti in singole regioni o per le rappresentanze delle minoranze linguistiche.

    E’ questo il secondo motivo per cui esistono le coalizioni.

    In ogni caso, i partiti che non raggiungono l’1% non accedono al riparto dei seggi.